Abbazia di Monteveglio
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Dal Rio Ramato all'Abbazia
Lunghezza | 4,80 km |
Tipo: | Percorso ad anello |
Gamma altitudini | 108 m. - 276 m. |
Difficoltà percorso | Famiglie |
Scalzabilità | Piacevole |
Autore | Alfredo (RAlf) |
Data | 23/08/2021 |
I luoghi
Il territorio a cui ci riferiamo, al confine fra le provincie di Bologna e di Modena, rappresenta un'area di grande interesse morfologico e storico. E' un'area collinosa in cui sono presenti i caratteristici calanchi ma anche boschi e molti punti panoramici. E’ stato sin dall’antichità un territorio di confine e sede nel medioevo di aspre battaglie: prima fra Bizantini e Longobardi, poi fra Bologna (guelfa) e Modena (ghibellina) e quindi tra Papato e Impero. Qui ogni piccolo borgo ha la sua storia e ogni sentiero le sue caratteristiche. In questo caso il percorso si svolge all’interno del parco dell’Abbazia di Monteveglio (provincia di Bologna). L'Abbazia, suggestivo esempio di architettura romanica eretta nell’XI secolo per volere di Matilde di Canossa, sorge sulla sommità di una collina che domina la valle del Samoggia, all’interno di un antico abitato a cui si accede attraverso la porta del castello ormai scomparso. Le vicissitudini legate a questo luogo hanno contribuito più volte a condizionare la storia del nostro paese. All'interno del parco sono ben segnalati diversi itinerari. Quello che proponiamo è interamente percorribile a piedi scalzi.
Come arrivare
In auto è facilmente raggiungibile da Bologna e da Modena. Per chi arriva dall'A1 l'uscita è Valsamoggia: poi basta seguire le indicazioni per Monteveglio. Dietro la rotonda, all'ingresso del paese, è presente un comodo parcheggio alle pendici della collina da cui parte, fra i tenti itinerari, quello denominato Rio Ramato.
Sensazioni scalze
La prima parte, sino ai vecchi coltivi, è apprezzabile per la facilità del percorso e la differenziazione delle superfici; è particolarmente adatta anche a chi vuole provare per la prima volta a camminare scalzo. La pavimentazione del borgo è in ciottoli, laterizi e brecciolino: stimolante (e in alcuni punti può risultare per alcuni un po' fastidiosa). L'interno dell'Abbazia ha comunque un effetto rinfrescante. Per quanto riguarda il ritorno l'asfalto della strada è in discrete condizioni. Il tracciato medioevale, come detto, può risultare impegnativo anche per la pendenza.
Il percorso
L'abbiamo sperimentato più volte sia con amici del Club che, successivamente, con altre persone che erano alla prima esperienza di scalzismo. In entrambi i casi si è trattata di una uscita molto apprezzata. Il percorso ha inizio dal parcheggio dietro la rotonda all'entrata dell'abitato di Monteveglio, ove sono esposti dei cartelli con delle utili informazioni sul territorio del parco. Da qui partono diversi sentieri ma l'indicazione da seguire è quella di Rio Ramato. Si tratta di un piccolo corso d'acqua che deve il suo nome dalla presenza, alle sorgenti, di un colore particolare dovuto dall'attraversamento di sedimenti di ferro e idrossido di ferro. Questo Rio raccoglie anche le acque dell'anfiteatro occidentale dei calanchi dell'Africa per cui è sconsigliato effettuare questo percorso dopo le piogge. Il sentiero dalla Ca Vecchia segue il corso del Rio sino alle sorgenti con un sentiero di erba e terra progressivamente secca, umida e in alcuni casi bagnata, inoltrandosi fra gli alberi all'interno di una valletta. Dopo le sorgenti, piegando a sinistra, si inerpica sulla collina, sempre sotto gli alberi, sino a raggiungere i vecchi coltivi. Si tratta di campi erbosi, con un piccolo stagno, in cui sono presenti delle panchine e tavoli coperti presso i quali è possibile effettuare una sosta. Da qui si può proseguire per il vecchio borgo di Monteveglio. Giunti a un trivio, seguendo le indicazioni “Cucherla”, un largo ed erboso sentiero, prima pianeggiante e poi in leggera salita, arriva al cimitero e da qui all'entrata del borgo, che merita una sosta per la sua storia, compresa la visita dell'Abbazia (è possibile anche deviare verso la Cucherla, il colle di fronte all'entrata del borgo, dove esisteva una fortificazione. Nel 1098, nel cercare di espugnarla, il figlio di Arrigo IV, per intenderci l'imperatore che "andò a Canossa", venne ucciso durante un contrattacco dai Montevegliesi, cambiando il corso della storia. La fortificazione non esiste più da secoli ma da qui è possibile godere del panorama intorno). Al ritorno si può percorrere la strada asfaltata che scende fino ai prati di San Teodoro dove si trova anche il Centro Visita del Parco e da qui poi al parcheggio della rotonda attraverso un apposito sentiero o attraverso le strade del paese (è possibile anche seguire il vecchio tracciato medioevale che scende dal cimitero: in questo caso, per la pendenza e il terreno sassoso è meglio calzarsi).